Il Gruppo Intesa Sanpaolo osserva scrupolosamente la normativa fiscale nella convinzione che questo sia un contributo fondamentale verso la comunità in cui opera. L’impatto positivo di Intesa Sanpaolo in questo senso è ribadito dalla previsione resa pubblica con il Piano d’Impresa di un contributo complessivo dal 2014 al 2017 di circa 10 miliardi, importo paragonabile a una legge di stabilità.
Gli obiettivi prefissati nel 2015 sono stati ampiamenti rispettati e, in particolare, sono stati potenziati tutti gli Uffici della Funzione Fiscale di Capogruppo. In tale ottica, nell’ambito di tale Funzione, oltre ad essere stato costituito l’apposito Ufficio preposto al controllo dei processi di Tax Compliance sono stati rafforzati tutti i presidi esistenti e aggiunti presidi specifici relativi alla fiscalità internazionale e alle operazioni strutturate della clientela (effettuando all’uopo attività di formazione sulle unità di business maggiormente impattate). Anche il dialogo con l’Amministrazione Finanziaria è stato ampiamente rafforzato al fine di preparare la strada all’ammissione al regime del c.d. “adempimento collaborativo”.
Nel corso del 2016 Il Gruppo, oltre a imposte indirette per circa 877 milioni, ha rilevato imposte sul reddito di competenza dell’esercizio per 1.422 milioni, per la massima parte in Italia, dove sono stati realizzati la maggior parte dei proventi operativi netti, come risulta dalla tabella che segue.
Imposte dirette nel 2016 | ITALIA | EUROPA | RESTO DEL MONDO |
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Contributo fiscale | 1.031 | 326 | 65 |
Proventi operativi netti | 12.940 | 2.888 | 1.101 |
Intesa Sanpaolo, in adempimento della normativa di riferimento, pubblica anche una informativa “Stato per Stato” nella quale sono indicate (secondo le regole stabilite dalla Banca d’Italia) per ciascuno Stato le seguenti informazioni: il margine di intermediazione; il numero dei dipendenti; l’utile o perdita prima delle imposte; le imposte sull’utile o sulla perdita. Il documento può essere consultato al seguente link @.