In un contesto economico in moderata espansione, il Gruppo Intesa Sanpaolo ha chiuso il conto economico dell’esercizio 20161 con un utile netto di 3,1 miliardi (+13,6%). Ciò nonostante i rilevanti oneri a carico del Gruppo relativi alla stabilità del sistema bancario, rappresentati dai contributi ordinari, straordinari e addizionali ai fondi di risoluzione e ai sistemi di protezione e garanzia dei depositi, nonché dalle rettifiche di valore di investimenti correlati, che complessivamente sono ammontati a 820 milioni (559 milioni al netto delle imposte). In significativa crescita rispetto al 2015 sono risultate le rettifiche di valore per rischio creditizio (+402 milioni), come conseguenza dell’aumento delle coperture. L’esercizio ha inoltre beneficiato della plusvalenza di 881 milioni riveniente dalla cessione di Setefi e Intesa Sanpaolo Card.
Più in dettaglio, i proventi operativi netti sono ammontati a 16,9 miliardi, in calo dell’1,5% rispetto a quanto registrato nel 2015, principalmente per effetto della riduzione degli interessi netti e, in misura più contenuta, delle commissioni nette, in presenza di una sostanziale stabilità del risultato del comparto assicurativo e di una crescita del risultato del trading e degli altri proventi operativi netti. Gli oneri operativi sono risultati in marginale calo rispetto al precedente esercizio, grazie alle efficaci azioni mirate al loro contenimento. In relazione alle dinamiche descritte, il risultato della gestione operativa ha evidenziato un calo del 2,3%. Rettifiche su crediti particolarmente conservative e accompagnate da un aumento della copertura dei crediti deteriorati, accantonamenti netti ai fondi rischi e rettifiche di valore su altre attività in complessiva diminuzione e utili su attività in dismissione hanno consentito una crescita dell’8,3% del risultato corrente lordo.
Quanto agli aggregati patrimoniali, risultano in aumento gli impieghi con la clientela (+5% rispetto a fine 2015 a 365 miliardi) e la raccolta diretta, sia nella componente bancaria (+5,8% a 394 miliardi) che in quella assicurativa (+8,4%, a 144 miliardi). La raccolta indiretta si è approssimata a 469 miliardi (in sostanziale stabilità rispetto a fine 2015), influenzata dall’andamento cedente delle quotazioni che ha svalutato gli stock di titoli in gestione e in amministrazione. In dettaglio il risparmio gestito è risultato in crescita (+11,6 miliardi), mentre la raccolta amministrata ha evidenziato una flessione (-11,1 miliardi), da ascrivere all’accentuata volatilità dei mercati.
La perdurante difficoltà del contesto macroeconomico e l’elevata volatilità dei mercati finanziari richiedono il costante presidio dei fattori che consentono di perseguire una redditività sostenibile: elevata liquidità, capacità di funding, basso leverage, adeguata patrimonializzazione, prudenti valutazioni delle attività.
La liquidità del Gruppo si mantiene su livelli elevati: al 31 dicembre 2016 entrambi gli indicatori regolamentari previsti da Basilea 3 (LCR e NSFR), e adottati anche come metriche interne di misurazione del rischio liquidità, si collocano ben al di sopra dei valori limite previsti a regime. A fine anno, l’importo delle riserve di liquidità stanziabili presso le diverse Banche Centrali ammonta a complessivi 150 miliardi (117 miliardi a dicembre 2015), di cui 96 miliardi (78 miliardi a fine dicembre 2015) disponibili a pronti (al netto dell’haircut) e non utilizzati. Il loan to deposit ratio a fine 2016, calcolato come rapporto tra crediti verso clientela e raccolta diretta bancaria, era pari al 93%.
Quanto al funding, la rete capillare di filiali rimane una fonte stabile e affidabile di provvista: il 73% della raccolta diretta bancaria proviene dall’attività retail (289 miliardi). Inoltre, nel corso dell’anno sono stati collocati sul mercato wholesale internazionale 1,5 miliardi di USD di obbligazioni subordinate di tipo Tier 2, 1,25 miliardi di euro di strumenti Additional Tier 1 e 1,25 miliardi di euro di obbligazioni bancarie garantite. Con particolare riferimento agli strumenti Additional Tier 1, si segnala che nel mese di gennaio 2017 ne sono stati collocati ulteriori 1,25 miliardi di euro. Nel mese di giugno 2016, il Gruppo ha partecipato per 36 miliardi circa alla prima operazione di finanziamento TLTRO II (a fronte di un massimo richiedibile di 57 miliardi circa) dopo il rimborso integrale della TLTRO I, in essere per 27,6 miliardi. Nel mese di settembre, il Gruppo ha partecipato per 5 miliardi circa alla seconda operazione TLTRO II e nel mese di dicembre alla terza operazione per 3,5 miliardi. Al 31 dicembre 2016, la partecipazione del Gruppo al programma condizionato di rifinanziamento ammontava dunque a 45 miliardi circa.
Il leverage del Gruppo Intesa Sanpaolo (6,3% al 31 dicembre 2016) continua a mantenersi ai vertici nel settore.
Anche la patrimonializzazione si mantiene elevata. A fine dicembre, il coefficiente di solvibilità totale (Total capital ratio) si colloca al 17,0%; il rapporto fra il Capitale di Classe 1 (Tier 1) del Gruppo e il complesso delle attività ponderate (Tier 1 ratio) si attesta al 13,9%. Il rapporto fra il Capitale Primario di Classe 1 (CET1) e le attività di rischio ponderate (Common Equity Tier 1 ratio) risulta pari al 12,7%.
1 I commenti si riferiscono ai dati riclassificati pubblicati nel Bilancio consolidato 2016 del Gruppo Intesa Sanpaolo. Le variazioni percentuali annue sono calcolate su dati 2015 riesposti, ove necessario, per tenere conto delle variazioni intervenute nel perimetro di consolidamento. Gli importi sono espressi in milioni di euro. Per ulteriori dettagli o approfondimenti, si fa rinvio al Bilancio consolidato 2016 del Gruppo Intesa Sanpaolo.