Il Piano del Fondo di Beneficenza di Intesa Sanpaolo per il 2016, approvato dall’ultimo Consiglio di Sorveglianza, ha ribadito la focalizzazione strategica verso progetti nazionali e locali con un riflesso sociale significativo a favore dei soggetti più fragili, più aspramente colpiti dalla crisi economica, con l’obiettivo di destinare a tale scopo oltre l’80% delle erogazioni nazionali. Nel 2016 tale obiettivo è stato ampiamente superato e, al netto dell’intervento internazionale a favore dei paesi poveri, le erogazioni centrali nazionali sono andate per oltre l’84% a sostegno di categorie vulnerabili e deboli (progetti di aiuto ai disabili, di solidarietà, di inclusione sociale, di contrasto della povertà, di formazione e lavoro a soggetti disagiati e per iniziative sanitarie nel campo della ricerca e dell’assistenza ai malati).

Anche a livello di liberalità territoriali - gestite in modo decentrato dalle Direzioni Regionali della Divisione Banca dei Territori - sono stati superati gli obiettivi fissati (più del 60% delle liberalità destinate a progetti a favore delle fasce più deboli della popolazione), con un’incidenza sul totale pari a oltre il 68%, registrando un incremento superiore al 3% rispetto al 2015.

Da aprile 2016, la gestione del Fondo di Beneficenza è stata posta sotto la diretta responsabilità del Presidente del Consiglio di Amministrazione e a fine luglio è stato varato un nuovo Regolamento che prevede rinnovati meccanismi per la selezione degli enti e dei progetti proposti.

In particolare, con riferimento agli enti, è esplicitata l’esclusione di organizzazioni coinvolte in controversie giudiziarie, in questioni che attengono la criminalità organizzata e il mancato rispetto dei diritti umani, della convivenza pacifica e della tutela dell’ambiente.

Con riguardo alle finalità di intervento, la selezione è aperta a specifici progetti con chiaro impatto sociale e con analisi della comprovata capacità degli enti di raggiungere gli obiettivi dichiarati nel programma per precedenti esperienze dirette o di enti similari. E’ stato poi introdotto un meccanismo di rotazione che garantisca il più ampio e flessibile utilizzo del Fondo e, in particolare, un limite massimo di tre anni consecutivi di sostegno per lo stesso progetto, previa verifica dei risultati raggiunti.

Per consentire una conoscenza più diffusa delle finalità del Fondo e una modalità facilitata di presentazione dei progetti con accesso più ampio delle istanze, è stata creata all’interno del sito Internet del Gruppo una sezione specificamente dedicata al Fondo (consultabile nell’area Banca e Società).

Particolarmente significativo è stato l’impegno per il supporto alle popolazioni colpite dal terremoto nell’Italia Centrale (liberalità a enti locali e associazioni presenti sul territorio per il ripristino delle dotazioni scolastiche e per far fronte alle emergenze pubbliche; sostegno alle scuole per messa in sicurezza delle aule e per servizi di mensa, condivisione di un progetto comune con Fondazione Prosolidar, per oltre 325.000 euro complessivi).

Nel corso dell’anno, tra le liberalità centrali, sono stati selezionati alcuni progetti per essere sottoposti a valutazione d’impatto secondo il modello LBG – London Banchmarking Group; i risultati di questo lavoro sono stati presentati nel “Quaderno Comunità 2016” pubblicato nel sito istituzionale (@ http://www.group.intesasanpaolo.com/scriptIsir0/si09/sostenibilita/ita_comunita.jsp). Inoltre le pagine Comunità della sezione Sostenibilità del sito istituzionale vengono periodicamente aggiornate presentando case study di iniziative di carattere sociale con relativa valutazione di impatto.

I progetti di cooperazione internazionale di durata triennale supportati dal Fondo sono stati sottoposti a monitoraggio e valutazione da parte del CICOPS – Centro Internazionale per la Cooperazione allo Sviluppo dell’Università di Pavia. Tale ente ha avuto il compito di verificare la rendicontazione prodotta semestralmente dalle organizzazioni, di attestare lo stato di avanzamento delle attività e i risultati raggiunti rispetto agli obiettivi prefissati all’avvio dei progetti e di valutare il grado di integrazione degli interventi realizzati con le politiche dei Paesi in cui hanno luogo. Gli eventuali scostamenti rilevati sono stati segnalati tempo per tempo alle organizzazioni per i necessari processi di revisione programmatica.